Dalla preistoria, agli Egizi, ai giorni nostri…
una storia infinita di immagini, colori, tratti e profumi, una forma d’arte, una trasposizione di se stessi dinnanzi all’ammirazione di altrui, quella che sempre speriamo possa divenire specchio della nostra felicità e delle nostre sensazioni più accattivanti.
L’utilizzo dei colori e delle essenze per la cura personale, sono sempre stati una sorta di rituale.
Si attesta l’utilizzo del trucco addirittura ai tempi della preistoria, testimoniato da graffiti in cui si possono evidenziare parti del corpo disegnate ad hoc. A seconda dei disegni, infatti, si poteva evincere la tribù a cui il soggetto facesse parte.
Chi asserisce quindi che il make up sia una pratica superficiale e poco importante, sbaglia clamorosamente. Esso infatti si afferma sin dall’antichità ed è sempre stato un tratto distintivo non solo delle donne, ma di una società in genere.
Nero fumo, fuliggine e polvere di minerali, furono i primi ingredienti che vennero utilizzati per disegnare simboli sul corpo, al fine di rappresentare e sottolineare la bellezza.
Fin dai tempi degli Egizi la cura del corpo fu innanzitutto sentita come una vera e propria cultura dell’essere. La regina Cleopatra, icona di fascino e virtù, si dipingeva gli occhi con del “kohl”, ottenuto da resine bruciate, o si dilettava colorarli con polvere di malachite, una pietra bizzarra dal colore verde/turchese.
Anche il profumo diveniva essenza fondamentale
Veniva utilizzato come un unguento, colato direttamente in testa! Utile anche per difendersi dagli insetti sotto forma di repellente.
La regina d’Egitto soleva anche avvalersi dello “scrub”, costituito da sabbie e argille di cui la zona del Nilo ne era assai ricca.
Inoltre, tonificava il volto ogni mattina e la sera con acqua di rose. In estate si faceva spruzzare la stessa dai suoi servitori per mantenere la pelle liscia, idratata e soprattutto per trattenere il make-up intatto.
Quel che è certo è che nella società egizia il culto della salute e della bellezza prevaricava su tutto, tanto che l’igiene personale era una esigenza che tra i nobili si traduceva in quattro bagni di pulizia quotidiana al giorno.
Uno dei grandi segreti di bellezza di Cleopatra fu la farina d’avena per purificare la pelle del viso: l’avena non fu e non è solo in grado di detergere a fondo la pelle, rimuovendone le impurità esfoliandola delicatamente, ma ha anche un effetto idratante e molto nutriente. La regina egiziana mescolava la farina d’avena con latte tiepido prima di farsi massaggiare delicatamente il morbido composto su tutto il viso per tre minuti.
Un’altro rimedio curioso che la regina utilizzava abitualmente era la maschera facciale, capace di sbiancare e illuminare la pelle del viso, idratarla e ringiovanirla. (Potremmo provare anche noi ad utilizzare la stessa ricetta : basta mescolare 1 cucchiaio di latte, 1 cucchiaio di argilla bianca, 1 cucchiaio di miele e la spremuta di mezzo limone. Tenere in posa per 20 minuti. Vedrete che risultati!)
Ma rimanendo nella curiosità di quei tempi così antichi, mi piacerebbe sussurrarvi le formule più accattivanti in cui tutti gli ingredienti utilizzati erano naturali e nessuna chimica andava quindi a contaminarne la valenza, ottenendo oltretutto risultati davvero eccezionali.
Elemento identificativo, quindi, ma anche simbolo di lusso e opulenza che sboccia in un tripudio di sfumature del periodo rococò, era quello di Maria Antonietta . Famosi erano i suoi rituali di toelettatura a cui avevano accesso solamente i membri favoriti più stretti. Rose Bertin, sua stilista dell’epoca e consulente di immagine personale, le procurava il make up di cui necessitava. Uno dei suoi cosmetici preferiti era il “rouge”, un prodotto combinato di cere e carminio (derivato della cocciniglia) che veniva applicato sulle labbra e sulle gote, al fine di donar loro il celeberrimo look denominato “bianco e rosso”. Pensate che persino i vari dandy dell’epoca, signori amanti dei viaggi, delle tendenze e della cura del look, usavano lo stesso composto di Maria Antonietta per vezzeggiarsi.
Durante la storia si sono susseguiti svariati diktat di stile, ma l’avvento del cinema e della star di Hollywood ha davvero cambiato (quasi) tutto. Quelli che erano i modelli delle epoche precedenti, da Cleopatra, ai reali e alle dee dei dipinti, nel ‘900 lasciano il posto alle dive, che diventeranno vere e proprie icone di bellezza.
Da Audry Hepburn, Marilyn Monroe a Greta Garbo: la scelta non è più univoca. L’offerta cosmetica comincia ad ampliarsi a macchia d’olio sul mercato, offrendo davvero una varietà di scelta incredibile. Sophia Loren prediligeva solamente rossetti color del bronzo oppure albicocca per esaltare il suo incarnato, mentre Vivian Leight utilizzava il rouge sia per le guance che per colorarsi le labbra.
Ma non solo il cinema…
L’avvento della musica rock e pop, della televisione e della pubblicità cambia drasticamente il concetto estetico femminile e quindi le mode e le tendenze appaiono come esplose in un caleidoscopio di varietà.
Gli anni ’70 furono interpretati con il gusto hippie : poco trucco ma acconciature protagoniste. Gli anni ’80, con l’avvento della disco dance, cominciano ad evidenziare texture brillanti, vistose e metallizzate. Mentre negli anni ’90 e 2000, invece, arrivano i gusti estremi e misture di stili si fondono fra loro. Si poteva passare dal trucco/non trucco con pelle abbronzata sino al make-up dark e di ispirazione gotica. Vi ricordate quegli occhi neri incorniciati come quadri da esposizione ?
L’avvento di internet poi ha portato una commistione di stili e culture che offre davvero una gamma di idiomi e modelli di bellezza femminile davvero ampissima.
Nei giorni d’oggi infatti è ormai possibile scegliere se adottare un make up “all’americana” , piuttosto marcato, oppure “all’italiana”, molto leggero, oppure “alla francese” con labbra dipinte di rosso e eye-liner sulle palpebre. Le varie sfumature sono davvero innumerevoli, basta prendere ispirazione dalle star.
Questo ci porta a pensare a quanto le mode, gli stili, ci portino sempre più inesorabilmente a sognare di essere ciò che non siamo e che vorremmo essere.
Per evitare però di inciamparci in questa ambiguità, dovremmo cercare di trasmettere a noi stesse innanzitutto l’arte della bellezza nella sua più integra essenza. Osiamo si il make-up , ma solo come forma di miglioria e non come un’eterno e pesante cammuffamento carnevalesco.
L’arte dei colori, nella loro proporzione, ci aiuterà a trasmettere la parte più bella di noi ma anche la più trasparente, dipinta su pelle patinata dal sapore delicato.
Sotto il nostro trucco si evidenzia la storia della nostra vita, della nostra stanca ma anche della nostra gioia. Cerchiamo quindi di rendere patinato il suo panorama con colori tenui e corretti per il nostro essere.
Cerchiamo di porre attenzione anche alla qualità delle creme per il nostro viso che apporremmo come base sotto il trucco. Molti dei prodotti di cosmesi sul mercato del make up sono stati inventati dalla Corea, dove è altrettanto presente una grandissima cultura del trucco.
Apprezzatissimi questi loro prodotti per il loro facile utilizzo, hanno fatto esplodere un interesse davvero molto accentuato verso la produzione cosmetica orientale, oggigiorno sempre più di tendenza.
Arrivati a questo punto non possiamo fare a meno di menzionare le cosiddette influencers, make up artists o sinceramente semplici appassionate del genere che sono state capaci di popolare canali come You Tube e le bacheche di Instagram.
Moltissimi prodotti sono ormai divenuti di dominio comune solo perché recensiti dalle blogger. Se ci pensiamo bene, non molto tempo fa, certi prodotti erano davvero considerati assolutamente introvabili, come fondotinta multicolori, all’illuminante, al primer.
Alla fine rimane molto trasparente il concetto che è nel nostro DNA ricercare piacere per l’occhio, una sorta di sesto senso che ci trasmette felicità e armonia. La bellezza è un atto di ottimismo che dona positività all’anima e al corpo, insomma, se c’è trucco c’è speranza! E poi, non dimentichiamocelo, il make up è diventata una prassi per tutte le donne, ormai indispensabile.
Però, come tutte le belle cose che si rispettano bisogna innanzitutto salvaguardare la qualità di ciò che ci mettiamo sulla pelle oltre a saperla valorizzare con maestria, stile e gusto delicato.
Il mercato del make up
Ormai sappiamo che il mercato del make up si divide in low cost per indicare prodotti con una fascia di prezzo medio-basso e high cost per indicare prodotti con una fascia di prezzo medio-alta.
Fino a 10 anni fa circa, eravamo use a trovare prodotti eccellenti nelle profumerie, firmati Dior o Chanel, marchi solitamente votati a donne mature. Dopo di che si scendeva sulla fascia, diciamo più idonea ad un target di donne giovani. Marche quindi come Pupa o Maybelline, facilmente reperibili persino sugli scaffali dei supermercati, andavano a ruba. Dopo di che è accaduto un qualcosa che ha letteralmente rivoltato tutto il mercato, anche tramite il supporto dei media e dei social network, evidenziando quindi anche quei marchi che in un primo tempo erano considerati di basso livello.
Probabilmente, vista la concorrenza, il mercato è molto più competitivo e agguerrito, per cui i prodotti avanzano, anche se sull’asse di cosmetici meno griffati. Per cui anche la qualità migliora e così pure l’effetto visivo sulla pelle di coloro che la utilizzano.
Esistono fondotinta eccellenti firmati Armani ma altrettanti, molto meno cari, altrettanto validi. Prodotti sempre high cost che però sono fenomenali e valgono ogni centesimo speso. La Urban Decay o la Essence, son fra questi. Anche Kiko offre prodotti di qualità, se pur convenga acquistare in saldo soprattutto per quanto riguarda le Limited edition. Altre case molto valide sono Diego della Palma e Estée Lauder : rapporto costo/qualità validissimo.
Insomma, davvero una vasta gamma abbiamo oggi giorno a disposizione per valorizzare il nostro viso ma anche la nostra anima e il nostro spirito.
La cosa essenziale è cercare ovviamente di creare equilibrio tra il prodotto e la qualità della nostra pelle, molte volte assai delicata.
Consiglio un ottimo fondotinta, matita per l’interno dell’occhio e il rossetto per i quali optare sulla maggior qualità, mentre su ombretti , blush e mascara soprassederei su marche medio basse.
Eviterei cineserie varie…molto spesso i contenuti di certi cosmetici sono davvero di dubbia provenienza e alla lunga potrebbero davvero provocare reazioni sulla pelle e all’organismo davvero compromettenti per la nostra salute.
Il trucco a mio avviso deve accompagnare delicatamente la copertura dei nostri difetti ravvivandone i lineamenti, il colore e la compattezza, ma non deve divenire una maschera : MAI. Lasciamo agli attori teatranti il trucco assai marcato, perché in quel caso dovranno interpretare un personaggio che non gli appartiene se non solo nel lasso di tempo di un’arte che esprime altrui ma non se stessi.
L’eleganza dell’essere molto spesso, si cela anche nel difetto.
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