Medicina. Non esiste competenza senza umanità innanzitutto.

Per tutti coloro che si recano da un medico, l’ascolto e il dialogo sono aspetti assolutamente fondamentali per la cura o l’intervento (qualsiasi natura esso possa avere) che si prospettano per il paziente.

La genetica e i progressi della medicina hanno migliorato di gran lunga la vita di molte persone, ma il supporto medico stesso, ormai così hi-tech e parcellizzato, riscopre enormemente l’essenza più fondamentale che è quella dell’importanza del rapporto umano con i suoi pazienti.

Il rapporto medico-paziente è una delicata e significativa relazione che si instaura tra il medico e il suo paziente. Esso diviene man mano un rapporto simbiotico che si plasma tra la vulnerabilità del paziente e la competenza del medico che ne fa tesoro donando specifici doveri morali e giuridici.

Da qui, da questi principi estremamente fondamentali atti a portare il paziente a maggior consapevolezza, dovremmo tutti farci anche un esame di coscienza e provare ad immaginare che sicuramente, per la maggior parte dei casi, la competenza del medico dovrebbe essere la prima a guidarci per un percorso congeniale alle nostre patologie e quant’altro, ma sta anche a noi cercare di creare un equilibrio con il medico, la sua competenza e la sua sensibilità. Collaborare.

Il vittimismo del paziente crea molte volte un alibi assai subdola che crea inevitabilmente dei limiti a volte persino pericolosi.

Ricordiamoci sempre che la scienza medica è così imperfetta che non è sempre possibile sapere per certo, prima di trattare un paziente, quale sarà il risultato, se pur l’esperienza sia di gran supporto per opzionare delle “quasi” certezze di realizzazione.

Ogni terapia diviene comunque sperimentale e ogni medico correrà dei rischi se vorrà davvero aiutare i suoi pazienti. L’incompetenza poi è un’altra cosa: se un medico risulta incompetente non dovrebbe praticare la medicina, punto e basta.

La percentuale dei medici-nati, i veri medici, è sicuramente minore rispetto alle aspettative amabilmente ignoranti che ognuno di noi crea solitamente nella propria mente rispetto alla categoria dei medici. Rimane però il fatto che la figura del medico rispecchia in ognuno di noi la quasi certezza del cambiamento e quindi della guarigione.

Per cui ciò che resta da fare al paziente è il fatto di non voler veramente sapere, bensì ubbidire.

L’autorità del medico è un punto fermo assai gradito e che lo dispensa nel più delle volte dalla riflessione e dalla propria responsabilità.

Ma non bisogna mai esagerare. L’equilibrio è paritario e chiama l’attenzione di entrambi se pur in misure e metodi completamente differenti.

Più il medico si presenta autorevole e sicuro di sé, maggiore sarà l’effetto placebo, quello davvero capace di placare le paure e rafforzare le speranze. Più il paziente crederà nei poteri al di fuori di sé stesso (per cui quelli del medico, delle medicine, della tecnologia e dell’assistenza) maggiore sarà l’effetto placebo.

Rapporto medico-paziente nella chirurgia plastica

Nella chirurgia plastica ricostruttiva le sfumature nell’approccio sono forse ancora più delicate da affrontare.

I migliori chirurghi plastici devono avere estrema comprensione e umanità che, unite alla professionalità e all’utilizzo di nuove tecniche, divengono la base fondamentale per stabilire una relazione di fiducia paziente-specialista.

Quando un paziente deciderà di farsi visitare da un esperto in chirurgia plastica, cercherà si un aiuto medico ma andrà innanzitutto a mirare sulla comprensione e sull’umanità del professionista che lo supporterà.

Egli ha un estremo bisogno di un supporto morale, assolutamente dedicato alla compensazione innanzitutto delle sue paure. Ed ecco che così il medico, oltre alla maestria delle sue competenze diviene anche una sorta di amico. Un amico si circoscritto dalle mura bianche e asettiche di un ambulatorio, con il camice impeccabile e lo sguardo fisso sulla parte da andare a trattare, ma sempre un componente indispensabile che con il paziente costruirà una sorta di navicella spaziale capace di sorvolare il pianeta ad esso circoscritto, ma senza terrorizzare.

La comprensione e l’empatia di un medico sono le basi essenziali capaci davvero di instaurare un rapporto di fiducia reciproca.

La disciplina della chirurgia plastica ricostruttiva tratta innanzitutto la bellezza, qualcosa quindi di molto soggettivo.

Nessuno potrà affermare con assoluta certezza che una cosa è bella e l’altra no. Al contrario sarà molto più facile fare una netta differenza tra ciò che è corretto da ciò che non lo è. Tutto ciò che dovrebbe essere corretto e quindi dal risultato quasi perfetto, dovrà avere un aspetto lineare ed armonioso.

La normalità e l’armonia sono l’obiettivo principale della medicina estetica e della chirurgia plastica ricostruttiva.

Ma non è solo questa l’unica ragione capace di soddisfare la competenza di un chirurgo. Parliamo di qualcosa di molto più profondo. Qualcosa che va a toccare argomentazioni davvero munite di valori profondi, come la fiducia in sé stessi e la ricerca volta alla felicità.

Proprio per questo motivo ogni paziente che deciderà di avvalersi della grande competenza di un chirurgo plastico, avrà diritto ad una personalizzazione di sé stesso davvero accurata.

Sicuramente la chirurgia estetica non allunga la vita ma ci aiuta a sentirci di gran lunga più amabili, almeno dinnanzi agli occhi di coloro che spesso ci scrutano e ci giudicano, nonché, cosa più importante di tutte, a quelli di noi stessi.

Spesso i pazienti ricorrono innanzitutto a metodi naturali prima ancora di rivolgersi ad un vero e proprio specialista del settore. Si sa, ognuno di noi ha il terrore delle nuove tecnologie, forse quelle che intendiamo essere le più invasive e che in qualche modo pensiamo possano peggiorare il nostro stato di fatto, oppure quelle che semplicemente temiamo ci facciano soffrire fisicamente.

Possiamo però credere che la chirurgia plastica ricostruttiva sia davvero l’ultima speranza capace davvero, a volte, di fare miracoli, soprattutto quando all’apparenza sembra non ci sia davvero più nulla da fare.

I problemi fisici congeniti o derivati da un trauma, recano turbe emotive il più delle volte anche molto difficili da superare.

Il chirurgo plastico può sicuramente restituire loro, soprattutto se munito di grande esperienza, la speranza di un forte cambiamento, restituendo a queste persone una vita “normale”, aiutando loro a superare le difficoltà di un reinserimento nella società. Non a caso i chirurghi plastici non si occupano solo di limare nasi, fare botox, iniettare acido ialuronico e quant’altro, ma sono anche protagonisti di grandi interventi volti a generare forti cambiamenti su deformazioni congenite, ricostruzioni oncologiche, gravi ustioni ecc…

Ogni persona ha diritto ad una seconda opportunità, per cui vale davvero la pena di tentare.

Detto ciò, non possiamo ignorare il fatto che ricorrere al medico ideale sia un’impresa poi così facile.

Ognuno di noi cerca un professionista che trabocchi di sapere, di energia, di ottimismo, di vivacità culturale, di intensità umana, con una carriera pubblicizzata su miriadi di copertine dalla carta spessa e lussuosa, di lauree e di specializzazioni, di un medico cosmopolita che viva un incessante work in progress, in grado di aggiornarsi di continuo, supportato da tecnologie all’avanguardia, capace innanzitutto di collegarsi con immediata empatia   e con le stesse affinità elettive.

Sono tutte qualità queste che sicuramente favoriscono il completamento al 100% delle nostre aspettative.

Ma partendo dal presupposto di selezionare un medico dalle ottime referenze anche se non sempre così blasonate, dobbiamo davvero concentrarci nel risultato del nostro intuito intelligente ed emotivo.

Oggi il medico, oltre che a utilizzare bene aghi e bisturi, prescrivere medicine e seguire la degenza dei suoi pazienti, ha una nuova e fondamentale missione: entrare in empatia con il paziente, ascoltarlo e creare con lui un rapporto di completa fiducia. Questo sarà così il medico che potrà essere definito colui che ha una marcia in più.

Si parla di bellezza e non solo bellezza, ma anche di corpo e psiche, di maggiore sicurezza nei confronti di se stessi e quindi tutto nasce dal piacere di piacersi e di piacere.

Il connubio quindi tra paziente e la competenza del suo medico, non dovrà rimanere un semplice cliché, ma spingersi ad un livello molto più profondo e quindi essenziale.

Essi avranno quindi un obiettivo comune che sarà quello di conquistare la soddisfazione del risultato e della felicità.

Questo sottile, delicato e grandioso rapporto empatico, vincerà enormemente sul panorama dell’etica disciplinare ed emotiva di tale ambito, donando alle intenzioni la certezza di  una conquista più che soddisfacente, volta al raggiungimento  compensativo di una nuova vita e  della  qualità  eccellente per la stessa.

Rendiamo l’ordinario straordinario, ma con la collaborazione di tutti noi.

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