“Se tu dai una cosa a me io do una cosa a te….”

Questa massima, detta così, potrebbe suonare non proprio così consona all’argomento da trattare, a riguardo del compenso da dare ai medici dopo una visita specialistica, ma in un certo qual modo dovrebbe anche rendere elementare il concetto di scambio, in questo caso assolutamente prezioso.

Partendo dal presupposto che la cosa più efficace capace di aiutarci a guarire sia il buon senso, potremmo considerare qui di seguito le motivazioni più valide atte a rappresentarlo.

Ci è dovuto innanzitutto cominciare da un pensiero intellettuale profondo e sensato, atto al più autentico desiderio di incontrare l’eccellenza medica volta alla risoluzione del nostro problema; quello che potrebbe benissimo agganciarsi al fatto di come un contatto casuale nel pubblico possa generare il rapporto medico/paziente. Ciò accade magari chiacchierando con un’amica capace di darci il nominativo di un medico valente, o tramite una semplice casualità avvenuta in ambito sanitario con un medico che ci sembra affidabile, con il quale si concorda un rapporto privato volto all’approfondimento più che personalizzato di noi stessi e delle nostre patologie, per il desiderio che ognuno di noi ha di ritrovare nella persona rappresentata da un medico professionista di tutto rispetto, il personaggio ideale capace di compensare le nostre paure, i nostri dubbi, le nostre risoluzioni.
Nell’ambito ospedaliero, nonostante il personale medico vanti solitamente l’eccellenza dell’operatività, non sarà certo così semplice attivare un contatto personale tra medico e paziente così dedicato e efficiente ed è normale che sia così!

L’esperienza diretta ed il “passaparola” fra amici e pazienti è quindi il sistema più valido e antico capace di far arrivare le giuste indicazioni per farci ritrovare medici validi e specializzati capaci di soddisfare in tutto e per tutto le nostre esigenze, oltre che affinare al meglio il nostro sapere, volto alla direzione migliore da prendere per la nostra guarigione.
Persino la più semplice consulenza medica offertaci da uno specialista in materia, potrebbe divenire davvero il tramite vincente capace di soddisfare la nostra più essenziale esigenza, nonché aiutarci a decidere definitivamente il da farsi e garantirci la diagnosi più corretta.
Consideriamo poi anche il fatto che l’approfondimento così minuzioso dei trattamenti da ottimizzare come degli interventi chirurgici da affrontare in ambito privato, ci aiuterà anche enormemente ad evitare delusioni da parte di “quei” medici di massa scorretti che certo non ci aiuteranno a capire.
Certo, non sempre il compenso economico erogato ad un medico specializzato significa salvezza o correttezza in materia, ma sicuramente genera una garanzia maggiore.
Starà poi a noi identificare la valenza dello stesso. Per fare ciò le motivazioni saranno svariate.

Nel corso della nostra vita può innanzitutto capitare a tutti noi di dover affidare se stessi o un proprio caro alle cure e all’esperienza di un medico specializzato.
Che si tratti di un percorso di cura o di un intervento chirurgico, il sentimento che si proverà al termine del periodo terapeutico sarà sicuramente quello della gratitudine.
Sovente, un po’ per disagio, un po’ per commozione, non si trovano le parole per esprimere il proprio “grazie” al medico che ci avrà curato o che continuerà a farlo….ma sicuramente una cosa sarà essenziale pensare: “aver speso bene i nostri soldi”!

Se lasciamo da parte le prestazioni di medicina generale e ci avvaliamo innanzitutto di una visita specialistica privata, bisognerebbe considerare corretto il fatto di dover affrontare un onorario per la stessa. Cosa oltretutto ovvia anche per le altre branche della medicina.

Considerando che in un Paese come l’italia in cui, almeno teoricamente, le prestazioni mediche specialistiche sono gratuite o erogate mediante ticket, il paziente si aspetta solitamente dalle prestazioni mediche private un costo poco superiore. Ma ovviamente questo non sarà mai possibile, almeno in un ambito di eccellenza professionale e non solo.

Partiamo dal presupposto che per avere l’abilitazione alla professione di medico specialista bisogna studiare almeno dai 10 agli 11 anni, a seconda dell’Ateneo e del tipo di Ciclo Formativo. A questo si aggiungono le innumerevoli spese per l’iscrizione all’Ordine dei Medici della propria provincia di Residenza, oltre che al pagamento della quota ENPAM, l’istituto previdenziale dei medici. Obbligatoria anche per legge è l’assicurazione professionale. Per chi poi consegue un numero elevato di interventi chirurgici i costi sono ulteriormente alti, anzi, altissimi.
Oltretutto il costo di una busta paga media italiana ospedaliera di un chirurgo, non supera solitamente i 2.400 euro mensili. Per non contare le innumerevoli responsabilità verso se stesso e il paziente, le ore dedicate per il supporto post operatorio e ancora…
Il costo delle apparecchiature mediche poi, dai medicinali ai materiali (i più eccellenti) occorrenti per i trattamenti ambulatoriali e quelli volti agli interventi chirurgici, sono assolutamente esosi.
L’eventuale contenzioso medico-legale tra paziente e medico, negli ultimi 10 anni, ha subito una impennata vertiginosa. Le spese sostenute dalla classe medica per rivalse, spesso di dubbia fondatezza, ha raggiunto il massimo storico. La parcella media di un avvocato per seguire un contenzioso in sede civile o penale è davvero salata.

L’ignoranza di massa, probabilmente incentivata dalla cattiva reputazione di medici inadeguati e superficiali, porta spesso a giudicare le parcelle come veri e propri abusi di potere.
Peccato che non si consideri mai la macchina vorticosa e il peso economico che sta alle spalle di questi messaggeri della salute.
Il tempo dedicato ad un paziente è tesoro per il medico. Questo gli darà modo di affinare al meglio il profilo del suo paziente, dando allo stesso la considerazione e la consulenza più appropriata, capace di convincerlo e di renderlo appagato psicologicamente, permettendogli di scegliere per se stesso il percorso più consono, al fine di soddisfare le sue esigenze, avendo un trattamento personalizzato completo e di grande valenza professionale.
Il lavoro complesso e delicato del medico comporterà tempo e dedizione massima, concentrazione e cura. Diffidare di coloro che non chiedono un compenso dovuto dopo la visita specialistica. Ciò significherebbe non aver lavorato o aver lavorato male.
Diamogli un valore simbolico e appropriato, non certo venale.

Troppe volte purtroppo l’incapacità di “alcuni” medici svolge un danno non indifferente sul paziente.
Indifferenza, frettolosità, distrazione e la mancata personalizzazione meticolosa dell’esito diagnostico, spesso creano danno.
Facile quindi tralasciare la corretta richiesta del dovuto compenso e commercializzare una visita a mò di catena di montaggio, inadeguata, scorretta e carente di professionalità, magari per aumentare solo simbolicamente il numero dei pazienti sul data base farlocco dello studio medico.

Il Codice di Deontologia Medica contiene principi e regole che il medico chirurgo iscritto all’Albo professionale dell’Ordine deve osservare.
Il comportamento del medico, anche al di fuori dell’esercizio della professione pubblica, deve essere assolutamente consono al decoro e alla dignità della stessa.
Il medico è poi tenuto alla conoscenza delle norme del presente Codice, in linea quindi con quanto suddetto, la cui ignoranza non lo esime dalla responsabilità disciplinare.
Inoltre il comportamento del medico si esprime innanzitutto nel rispetto della dignità professionale e nel preservare la vita, la sensibilità, la psiche e la coscienza propria e del paziente.
Per tutta questa serie di considerazioni assolutamente preziose e indispensabili, non possiamo certo quindi pensare che il lavoro del medico professionista qualificato e referenziato, non debba essere valorizzato a dovere e quindi compensato.

L’eccesso poi delle parcelle, bè, è tutto relativo. Ci si augura che la figura di un medico eccellente sia sicuramente in equilibrio con la sua capacità professionale e la sua empatia, nel rispetto della sua deontologia e dell’etica comportamentale corretta rivolta ai suoi pazienti.

Ricordiamoci sempre che la Sanità è una cosa seria e non un mercato volto al miglior offerente.

La scienza medica è a volte talmente imperfetta che non è possibile sapere per certo, prima di trattare un paziente, quale sarà il risultato definitivo al 100%. Ogni terapia è sperimentale e ogni medico sollecito deve correre anch’egli dei rischi se vuole davvero aiutare i suoi pazienti.
Il problema quindi nasce spontaneo: se un medico non è capace di onorare il suo lavoro, non dovrebbe praticare la professione. Non certo quella di chiedere una cifra o un’altra per il suo prezioso, anzi, preziosissimo e persino a volte vitale supporto.

Naturalmente, nell’infinita quantità di medici che accorrono per il nostro supposto sanitario quotidiano, non sono tantissimi gli autentici, i medici-nati, i veri medici, ma esistono quelli magistrali, indispensabili.
Cerchiamo quindi di dare affidabilità innanzitutto a coloro che ci dimostrano davvero la loro appartenenza, nata da un grande lavoro svolto negli anni, sacrificio per l’innovazione continua e grande abnegazione, non solo volta alla preparazione della materia, ma anche a quella dedizione umana che non ha prezzo, se non la valenza indispensabile del suo proseguo vincente: la guarigione e quindi la vita.

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