Alcuni dicono che bisognerebbe andare fieri delle proprie cicatrici…esse raccontano la nostra storia e alcuni aneddoti importanti che in qualche modo ci hanno segnato la vita ma che sono anche riusciti, in alcuni casi, a migliorarla.
Mentre si esercita il coraggio per mostrarle poi, non ci faranno neppure sentire in qualche modo inferiori.
La cultura giapponese ripara solitamente un oggetto rotto e non lo butta mai via. Essi valorizzano la sua crepa riempiendo la spaccatura con dell’oro, credendo che quando qualcosa ha subito una ferita ed ha una storia, diventi tutto più bello.
Beh, un’ottima filosofia per cercare di abbattere il suo inestetismo dando valore al suo significato.
Un giusto spunto questo, però noi non siamo oggetti, le ferite ledono la nostra psiche e in qualche modo segnano il percorso del nostro cammino, quello soprattutto votato alla bellezza interiore ma anche quella esteriore.
Esse rimangono; con il tempo, la mente, per proteggere sé stessa, le cicatrizza e il dolore diminuisce di gran lunga, ma non se ne vanno mai!
Le persone hanno cicatrici in svariati posti del proprio corpo, anche i più impensabili.
I bambini mostrano le cicatrici come medaglie ricevute in premio dalla vita. Gli amanti le usano come segreti da sussurrare. Esse sono una sorta di mappa segreta che racconta chi siamo o chi eravamo.
È però anche vero che gran parte di queste vorremmo cancellarle e tenerle solo nella mente come un ricordo che ci lega ad esse, una sorta di conservazione attiva che vive e vivrà nel cassetto della nostra memoria, quasi come fossero cartoline di posti lontani dove non tornare mai più.
Ogni evento traumatico crea una lesione sulla superficie del corpo e anche nei tessuti più profondi. Esso origina un processo ripartivo che si risolve in “cicatrice”.
Il formarsi delle cicatrici dipende da svariati fattori. Per questo stesso motivo esistono diversi tipi di cicatrici, antiestetiche, che possono dare oltre che dei problemi di tipo psicologico anche dei problemi di funzionalità.
Nel momento in cui si crea un evento lesivo sulla pelle, escludendo fattori di disturbo come infezioni o grandi lacerazioni dei tessuti, a fronte di una tecnica chirurgica corretta, l’evoluzione delle cicatrici varia molto a seconda di come la pelle di ognuno di noi reagisce.
Proprio per le loro svariate caratteristiche, le cicatrici possono comportare lesioni puramente estetiche soprattutto se in parti del corpo esposte (in particolare il volto, le gambe ecc…) che, nel corso della stagione estiva, quando ci si abbiglia di meno, si notano maggiormente.
Capita spesso che chi ha cicatrici piuttosto traumatiche e evidenti, si rivolga ad un chirurgo plastico ricostruttivo per richiedere il miglioramento delle stesse. Dicesi “revisione chirurgica delle cicatrici”.
La guarigione delle ferite chirurgiche o traumatiche (come, ad esempio, le ferite da taglio, lacero-contuse, ustioni) è un processo biologico complesso che si realizza attraverso diverse fasi e che esita in cicatrici cutanee permanenti. L’aspetto definitivo di una cicatrice è dunque il risultato di un lungo processo di maturazione, che può durare da alcuni mesi ad oltre un anno.
Affidarsi ad un intervento mirato per la cura delle proprie cicatrici
L’intervento per le revisioni di cicatrici viene effettuato per migliorare l’aspetto estetico di una cicatrice e/o eliminare i disturbi funzionali, come ad esempio dolore, sensazione di tensione e vera e propria retrazione. Esso può essere eseguito a qualsiasi età.
La visita specialistica dal chirurgo plastico ricostruttivo è considerata ovviamente fondamentale. Questo permette di valutare alla precisione il singolo caso, perché ogni tipo di cicatrice richiede uno studio approfondito per valutare quale intervento permetta di ottenere il massimo del risultato con il minimo rischio.
Le tecniche chirurgiche più semplici per la revisione di cicatrici prevedono la semplice escissione della cicatrice, la lisi (liberazione) delle sue aderenze con le strutture circostanti come muscoli, nervi o articolazioni e la chiusura della ferita con tecniche di Chirurgia Plastica Ricostruttiva.
Nei casi più complessi o di recidiva (ricomparsa della cicatrice patologica dopo un primo intervento correttivo) è necessario associare alla procedura medica (compressione, lamine di silicone, infiltrazioni di cortisone, radioterapia) o chirurgiche (plastica a Z, plastica a W, escissione seriate, espansione cutanea, ecc…).
Ci sono diverse variabili che influenzano la gravità delle cicatrici, tra cui la dimensione e la profondità della ferita, la vascolarizzazione dell’area, lo spessore, il colore della pelle e la direzione della cicatrice, che si renderà meno evidente attraverso le iniezioni.
In ogni caso nessun intervento eliminerà del tutto le cicatrici, soprattutto le più gravi ovviamente, ma si possono ottenere dei risultati comunque soddisfacenti.
Le cicatrici si suddividono in cicatrici cheloidee che si presentano grosse e danno prurito. Il tessuto cicatriziale che cresce oltre i bordi della ferita o incisione si presenta spesso di un colore rosso o più scuro rispetto alla pelle circostante. Il tessuto cicatriziale potrà essere tagliato e la ferita chiusa con uno o più strati di punti. Questa è generalmente una chirurgia di tipo ambulatoriale eseguita in anestesia locale.
Esistono poi invece anche le cicatrici ipertrofiche che sono molto simili alle cicatrici cheloidee poiché entrambe tendono ad essere spesse, rosse e sollevate.
Questo tipo di cicatrici rimangono solitamente entro i bordi dell’incisione originale o della ferita. Si andrà poi a rimuovere l’eccesso di tessuto cutaneo e a riposizionare l’incisione in modo da guarire in modo meno visibile. Questo intervento potrà essere eseguito anch’esso in anestesia locale o generale, a seconda della posizione della cicatrice e delle dimensioni della stessa.
Il risultato estetico varia ovviamente da paziente a paziente e cambia mediante diversi fattori come per il tipo di carnagione, area del corpo interessata ecc…
Il risultato è permanente e la sua perfezione si raggiungerà a distanza di circa un anno dall’intervento.
La durata dell’intervento varia a seconda dell’entità della cicatrice ma solitamente rimane nell’arco tra i 30 e i 60 minuti.
L’intervento si effettuerà con una anestesia locale tramite sedazione, tranne in alcuni casi specifici in cui invece si applicherà un’anestesia generale.
Gli effetti collaterali sono inesistenti e i risultati ottimali si vedranno nell’arco di un anno circa.
Il periodo postoperatorio non è assolutamente così invasivo ed è consigliabile l’applicazione di presidi medici a livello della nuova cicatrice durante la sua fase di maturazione. Questo permetterà di ridurre al minimo la possibilità della formazione di una cicatrice di cattiva qualità.
La ripresa di una normale attività è strettamente legata al tipo di intervento a cui il paziente sarà sottoposto.
Per le piccole revisioni chirurgiche dovute a cicatrici minime effettuate in anestesia locale, si possono riprendere i ritmi della vita quotidiana già dal giorno successivo all’intervento e con molta tranquillità.
Visi e corpi nuovamente plasmati a misura, senza però andare mai a stravolgere le loro entità.
Cicatrici e psiche è poi un connubio da non sottovalutare. Esse hanno un rapporto negativo sull’essere umano, lo dice anche un sondaggio condotto da Opinion Health nel Regno Unito su 1000 persone.
L’impatto psicologico di una vita “segnata” e marchiata dalle cicatrici ha su alcune persone un effetto davvero devastante che andrà ad influire assai negativamente nella percezione del sé.
Per alcune persone una cicatrice rappresenta fisiologicamente il risultato del processo di guarigione di una ferita o in generale di un trauma della pelle. Per altre persone una cicatrice diventa molto di più, come il ricordo perpetuo dell’evento traumatico che l’ha causata e, se in qualche modo tutto questo non verrà elaborato nel modo migliore, può diventare un grande peso a livello psicologico, assai difficile da elaborare e sostenere.
Una ferita quindi che segnerà il fisico e la mente.
Abituiamoci quindi a chiedere aiuto alle persone competenti in materia, senza la paura di metterci a confronto con gli altri e il nostro corpo oltre che con il nostro specchio.
E’ poi vero che non tutte le cicatrici possono guarire, ma tramite un dialogo accurato con un chirurgo plastico ricostruttivo referenziato, si potranno estrapolare tutte le problematiche e porre in qualche modo rimedio, per ritornare a piacersi come prima e magari più di prima…
Nel frattempo, impariamo anche ad adottare camouflage efficaci con un make-up accurato e professionale, sebbene non possa esserci di grande aiuto al normale processo di cicatrizzazione. Ma è già un piccolo inizio per cominciare a prenderci cura di noi stessi.
Il percorso di accettazione cosciente e attivo ci permetterà di fare i prossimi passi per andare poi verso la risoluzione più efficace. Una chiave di lettura eccellente per ricominciare a sorridere e per trovare la soluzione più adatta alla qualità di vita migliore per noi.
Paulo Coelho diceva: “non permettere alle tue ferite di trasformarti in qualcuno che non sei”.
Ascoltiamolo, perché anche nelle giuste intuizioni come nelle più corrette intenzioni, trovano conforto e conquista le risoluzioni.
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